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Cato Maior de Senectute 16


Ad Appi Claudi senectutem accedebat etiam, ut caecus esset; tamen is, cum sententia senatus inclinaret ad placem cum Pyrrho foedusque faciendum, non dubitavit dicere illa, quae versibus persecutus est Ennius:
Quo vobis mentes, rectae quae stare solebant
Antehac, dementis sese flexere viai?
ceteraque gravissime; notum enim vobis carmen est; et tamen ipsius Appi exstat oratio. Atque haec ille egit septimo decimo anno post alterum consulatum, cum inter duos consulatus anni decem interfuissent, censorque ante superiorem consulatum fuisset; ex quo intellegitur Pyrrhi bello grandem sane fuisse; et tamen sic a patribus accepimus.

1 commento:

  1. M. Battaglia06 dicembre, 2010

    Ed Appio Claudio che non solamente era vecchio, ma cieco, quando il Senato mostrossi propenso alla pace ed all’alleanza con Re Pirro, rimase egli un istante perplesso a biasimarlo con i detti, che Ennio riferisce ne’ seguenti versi:
    Senatori, dov’è l’usato senno?
    Giudiziosi una volta, or deliranti,
    e con altre rampogne dello stesso peso? - A voi quel carme non è cosa nuova. Esiste pure il discorso dello stesso Appio, da lui declamato diecisette anni dopo il suo secondo consolato, essendone già passati dieci fra questo e il primo al quale fu eletto dopo essere stato Censore. Tutto ciò prova quanto ei fosse attempato all’epoca della guerra con Pirro: e tuttavia, come lo attestano i di lui contemporanei, parlò con meraviglioso vigore.

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