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Storie Libro I, 114
1 καὶ ὅτε ἦν δεκαέτης ὁ παῖς, πρῆγμα ἐς αὑτὸν τοιόνδε γενόμενον ἐξέφηνέ μιν. ἔπαιζε ἐν τῇ κώμῃ ταύτῃ ἐν τῇ ἦσαν καὶ αἱ βουκολίαι αὗται, ἔπαιζε δὲ μετ᾽ ἄλλων ἡλίκων ἐν ὁδῷ. καὶ οἱ παῖδες παίζοντες εἵλοντο ἑωυτῶν βασιλέα εἶναι τοῦτον δὴ τὸν τοῦ βουκόλου ἐπίκλησιν παῖδα. 2 ὁ δὲ αὐτῶν διέταξε τοὺς μὲν οἰκίας οἰκοδομέειν, τοὺς δὲ δορυφόρους εἶναι, τὸν δέ κου τινὰ αὐτῶν ὀφθαλμὸν βασιλέος εἶναι, τῷ δὲ τινὶ τὰς ἀγγελίας φέρειν ἐδίδου γέρας, ὡς ἑκάστῳ ἔργον προστάσσων. 3 εἷς δὴ τούτων τῶν παίδων συμπαίζων, ἐὼν Ἀρτεμβάρεος παῖς ἀνδρὸς δοκίμου ἐν Μήδοισι, οὐ γὰρ δὴ ἐποίησε τὸ προσταχθὲν ἐκ τοῦ Κύρου, ἐκέλευε αὐτὸν τοὺς ἄλλους παῖδας διαλαβεῖν, πειθομένων δὲ τῶν παίδων ὁ Κῦρος τὸν παῖδα τρηχέως κάρτα περιέσπε μαστιγέων. 4 ὁ δὲ ἐπείτε μετείθη τάχιστα, ὡς γε δὴ ἀνάξια ἑωυτοῦ παθών, μᾶλλόν τι περιημέκτεε, κατελθὼν δὲ ἐς πόλιν πρὸς τὸν πατέρα ἀποικτίζετο τῶν ὑπὸ Κύρου ἤντησε, λέγων δὲ οὐ Κύρου (οὐ γάρ κω ἦν τοῦτο τοὔνομα ), ἀλλὰ πρὸς τοῦ βουκόλου τοῦ Ἀστυάγεος παιδός. 5 ὁ δὲ Ἀρτεμβάρης ὀργῇ ὡς εἶχε ἐλθὼν παρὰ τὸν Ἀστυάγεα καὶ ἅμα ἀγόμενος τὸν παῖδα ἀνάρσια πρήγματα ἔφη πεπονθέναι, λέγων "ὦ βασιλεῦ, ὑπὸ τοῦ σοῦ δούλου, βουκόλου δὲ παιδὸς ὧδε περιυβρίσμεθα," δεικνὺς τοῦ παιδὸς τοὺς ὤμους.
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Quando il ragazzo aveva dieci anni si verificò un episodio che rivelò la sua identità: giocava nel villaggio dove erano anche gli stazzi del bestiame, giocava per strada con dei coetanei; e giocando i bambini lo avevano eletto loro re, lui che per tutti era "il figlio del mandriano". E lui distribuiva le mansioni: voi dovete costruirmi un palazzo, voi essere le mie guardie; tu sarai "l'occhio del re", a te tocca l'incarico di portare i messaggi: insomma a ognuno assegnava il suo compito. Ma uno dei bambini che giocavano con lui era il figlio di Artembare, uomo di grande prestigio fra i Medi, e non volle obbedire agli ordini di Ciro; allora Ciro comandò agli altri ragazzi di arrestarlo e, quando essi ebbero obbedito, punì assai duramente il ribelle facendolo fustigare. Appena lasciato libero, il ragazzo, ancora più infuriato al pensiero di aver subito un trattamento indegno della sua condizione, si recò in città a lamentarsi col padre dell'affronto ricevuto da Ciro, naturalmente non parlando di Ciro (non poteva essere questo il nome) ma del "figlio del mandriano" di Astiage. Artembare, adirato com'era, si recò da Astiage conducendo con sé il figlioletto e si lamentò di aver subito dei mostruosi oltraggi: "Signore, - disse - ecco la violenza insolente che abbiamo patito da parte di un tuo servo, dal figlio di un bovaro"; e mostrava la schiena del figlio.
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