ATTENZIONE:

Più VERSIONI disponibili qui: http://versionario.blogspot.com!!!

Cerca il testo che ti serve:

Storie Libro I, 194

1 τὸ δὲ ἁπάντων θῶμα μέγιστόν μοι ἐστὶ τῶν ταύτῃ μετά γε αὐτὴν τὴν πόλιν, ἔρχομαι φράσων· τὰ πλοῖα αὐτοῖσι ἐστὶ τὰ κατὰ τὸν ποταμὸν πορευόμενα ἐς τὴν Βαβυλῶνα, ἐόντα κυκλοτερέα, πάντα σκύτινα. 2 ἐπεὰν γὰρ ἐν τοῖσι Ἀρμενίοισι τοῖσι κατύπερθε Ἀσσυρίων οἰκημένοισι νομέας ἰτέης ταμόμενοι ποιήσωνται, περιτείνουσι τούτοισι διφθέρας στεγαστρίδας ἔξωθεν ἐδάφεος τρόπον, οὔτε πρύμνην ἀποκρίνοντες οὔτε πρῴρην συνάγοντες, ἀλλ᾽ ἀσπίδος τρόπον κυκλοτερέα ποιήσαντες καὶ καλάμης πλήσαντες πᾶν τὸ πλοῖον τοῦτο ἀπιεῖσι κατὰ τὸν ποταμὸν φέρεσθαι, φορτίων πλήσαντες· μάλιστα δὲ βίκους φοινικηίους κατάγουσι οἴνου πλέους. 3 ἰθύνεται δὲ ὑπό τε δύο πλήκτρων καὶ δύο ἀνδρῶν ὀρθῶν ἑστεώτων, καὶ ὃ μὲν ἔσω ἕλκει τὸ πλῆκτρον ὁ δὲ ἔξω ὠθέει. ποιέεται δὲ καὶ κάρτα μεγάλα ταῦτα τὰ πλοῖα καὶ ἐλάσσω· τὰ δὲ μέγιστα αὐτῶν καὶ πεντακισχιλίων ταλάντων γόμον ἔχει. ἐν ἑκάστῳ δὲ πλοίῳ ὄνος ζωὸς ἔνεστι, ἐν δὲ τοῖσι μέζοσι πλεῦνες. 4 ἐπεὰν ὦν ἀπίκωνται πλέοντες ἐς τὴν Βαβυλῶνα καὶ διαθέωνται τὸν φόρτον, νομέας μὲν τοῦ πλοίου καὶ τὴν καλάμην πᾶσαν ἀπ᾽ ὦν ἐκήρυξαν, τὰς δὲ διφθέρας ἐπισάξαντες ἐπὶ τοὺς ὄνους ἀπελαύνουσι ἐς τοὺς Ἀρμενίους. 5 ἀνὰ τὸν ποταμὸν γὰρ δὴ οὐκ οἷά τε ἐστὶ πλέειν οὐδενὶ τρόπῳ ὑπὸ τάχεος τοῦ ποταμοῦ· διὰ γὰρ ταῦτα καὶ οὐκ ἐκ ξύλων ποιεῦνται τὰ πλοῖα ἀλλ᾽ ἐκ διφθερέων. ἐπεὰν δὲ τοὺς ὄνους ἐλαύνοντες ἀπίκωνται ὀπίσω ἐς τοὺς Ἀρμενίους, ἄλλα τρόπῳ τῷ αὐτῷ ποιεῦνται πλοῖα.

1 commento:

  1. Ma ora parlerò di quella che a mio parere costituisce la meraviglia più grande di Babilonia, dopo la città naturalmente: possiedono imbarcazioni, di forma circolare e interamente di cuoio, che arrivano fino a Babilonia scendendo lungo la corrente del fiume. Nella regione d'Armenia, a nord dell'Assiria, essi fabbricano lo scafo con vimini tagliati opportunamente e vi distendono intorno delle pelli per ricoprirle, come un impiantito; non differenziano la poppa e non modellano una prua più stretta: le fanno invece rotonde come uno scudo; poi ricoprono di canne tutta l'imbarcazione, la riempiono di mercanzie e lasciano che sia il fiume a portarla; per lo più imbarcano recipienti fenici colmi di vino. Con due pertiche due uomini in piedi ne governano la direzione: mentre uno tira verso di sé la pertica l'altro la spinge in fuori. Imbarcazioni di questo tipo ne costruiscono di molto grandi e di piccole: le più grandi hanno una stazza di 5000 talenti. Su ogni battello viaggia un asino vivo, sulle barche più grandi ve n'è più d'uno; una volta arrivati a Babilonia scendendo lungo la corrente e, smerciato il carico, vendono lo scafo e tutte le canne al miglior offerente; le pelli invece le caricano sull'asino e se ne ritornano in Armenia. Infatti in nessun modo è possibile risalire il fiume in battello per via della corrente troppo forte; e questo è anche il motivo per cui non costruiscono imbarcazioni di legno bensì di pelli. Quando con i loro asini sono nuovamente tornati in Armenia si costruiscono altre imbarcazioni nella stessa maniera. Tali sono i loro mezzi per la navigazione fluviale.

    RispondiElimina